Non è una novità e in effetti ne parliamo da un po’ di tempo. Anche un “video” è un manufatto comunicativo “linkabile”: comprensibilità, senso, scopo, significato sono quindi incrementabili mediante la connessione ad altri nuclei informativi selezionati.
Il meccanismo dei dispositivi che permettono questo (per esempio VideoAnt e Edpuzzle) è sempre il medesimo: produzione di un file che contiene le istruzioni per sincronizzazione dei materiali collegati e presentazione all’utente di un player che gestisce lo streaming del filmato dal deposito originario – con pieno rispetto del copyright -, mentre via via i materiali richiamati vengono affiancati e/o sovrapposti.
Nell’immagine un’ipotesi generale sulle valenze cognitive e didattiche di questo tipo di attività, che si propone di esplicitare, scomporre, chiarire la complessità sottesa a un flusso audiovisivo.

Fino ad oggi, consideravamo quale campione assoluto del settore – a parte soluzioni commerciali con costi insostenibili – il modulo per i video interattivi di H5P, che però aveva il limite di essere fruibile solo via piattaforma Moodle o WordPress.
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