Istruzione e formazione: l’urgenza delle riforme per attuare con successo la strategia di Lisbona

Con la strategia formulata a Lisbona (marzo 2000), l'Unione europea si è data l'obiettivo di fare dei suoi sistemi di istruzione e di formazione un “punto di riferimento per la qualità a livello mondiale entro il 2010” e dell'Europa 'la meta preferita di studenti e ricercatori del resto del mondo”. A tale scopo, il Consiglio europeo ha fissato nel 2001 tre fini strategici da raggiungere entro il 2010: i sistemi di istruzione e di formazione dovranno fondere qualità, accesso e apertura sul mondo.

I ministri dell'istruzione e la Commissione europea hanno anche adottato nel 2002 un programma di lavoro contenente criteri e riferimenti europei (cfr. IP/02/1710 ) per cogliere questi obiettivi, a un tempo ambiziosi e realistici, nel pieno rispetto della sussidiarietà che caratterizza l'azione comunitaria rispetto a quella degli Stati membri nel campo di queste politiche. Si tratta di un processo politico che mira – lungi da qualsiasi armonizzazione – a coagulare i sistemi nazionali di istruzione e di formazione intorno a obiettivi di ammodernamento fissati di comune accordo. A che punto è la loro attuazione? L'UE saprà coglierli entro il 2010, recuperando i ritardi sui suoi principali concorrenti? La Commissione ha adottato oggi una comunicazione che affronta i ritardi attualmente esistenti e propone provvedimenti urgenti divenuti ormai indispensabili. Su di essa si fonderà la relazione congiunta sull'attuazione di “Istruzione & formazione 2010” che Consiglio (istruzione) e Commissione trasmetteranno al Consiglio europeo di primavera del marzo 2004.

“Le riforme dei sistemi di istruzione e di formazione finora introdotte negli Stati membri non sono ancora all'altezza della sfida e il loro ritmo attuale non permette per ora all'UE di raggiungere gli obiettivi che si è data”. Questo è quanto constata Viviane Reding, commissario europeo con la responsabilità dell'istruzione e della cultura, che ha aggiunto: “La comunicazione oggi adottata permette di misurare il cammino che, nel rispetto della sussidiarietà in questo campo, resta da percorrere per raggiungere gli obiettivi fissati di comune accordo dagli Stati membri. Occorre accelerare i tempi e trasformare gli impegni politici in azioni concrete, poiché senza l'istruzione, Lisbona è destinata a fallire”.

La constatazione della Commissione si fonda sulle relazioni dei gruppi istituiti in seno al Programma di lavoro “Istruzione & formazione 2010”, su relazioni nazionali relative all'istruzione e alla formazione lungo l'arco della vita, alla mobilità e a recenti analisi quantitative.

Ne emerge che i progressi compiuti rispetto agli obiettivi fissati sono assai scarsi e che l'UE nell'insieme continua ad accusare ritardi rispetto ai suoi principali concorrenti:

* Esiste un deficit di investimento nelle risorse umane contrariamente agli obiettivi fissati a Lisbona dagli Stati membri. Nel periodo 1995-2000, l'investimento pubblico è diminuito nella maggior parte dei paesi e oggi è il 4,9% circa del PIL dell'UE. Inoltre, il settore privato dell'UE investe ben poco nell'istruzione e nella formazione: 5 volte meno degli USA (2,2% contro lo 0,4% del PIL nell'UE-15) e 3 volte meno del Giappone (1,2%);

* Il livello di istruzione degli europei è insufficiente rispetto alle necessità della società della conoscenza. Solo il 75% dei giovani di 22 anni ha terminato una forma di insegnamento secondario superiore, mentre l'obiettivo era di raggiungere un tasso dell'85% entro il 2010. Con una media del 23% di laureati e del 20% di laureate, nella popolazione tra 25 e 64 anni, l'UE manca anche di diplomati dell'insegnamento superiore. È una situazione preoccupante poiché l'80% dei nuovi posti di lavoro che saranno creati entro il 2010 richiederanno qualifiche dell'insegnamento superiore. Infine, troppi scolari (1 su 5) abbandonano prematuramente il sistema scolastico senza una qualifica e rischiano di essere marginalizzati nella società della conoscenza. Saranno necessari sforzi notevoli per dimezzare come previsto entro il 2010 questo tasso;

* Troppo pochi adulti partecipano all'istruzione e alla formazione lungo l'arco della vita date le esigenze della società della conoscenza. A causa del prevedibile allungamento della vita attiva e di cambiamenti economici e sociali sempre più rapidi, i cittadini dovranno aggiornare le loro competenze sempre più spesso. Ma meno del 10% degli adulti partecipa a forme di apprendimento permanente, mentre l'obiettivo era di raggiungere il 12,5% entro il 2010;

* Una minacciosa penuria di insegnanti. Entro il 2015, soprattutto a causa dei pensionamenti, dovrà essere assunto oltre 1 milione di insegnanti. Ma l'UE ha di fronte un'autentica penuria di candidature, il che solleva il cruciale problema dell'attrattiva della professione e della sua capacità di trattenere i migliori talenti.

Il persistere di queste debolezze è molto inquietante, tanto più che gli effetti degli investimenti e delle riforme sui sistemi si fanno sentire solo a termine medio/lungo. È perciò indispensabile uno scossone a tutti i livelli se si vuole ancora attuare Lisbona. La Commissione ritiene indispensabile agire intervenire subito agendo simultaneamente su quattro leve prioritarie:

* concentrare riforme e investimenti su punti decisivi in ogni paese, vista la situazione di ciascuno e gli obiettivi comuni. Ciò implica a livello comunitario una cooperazione strutturata e continua per sviluppare e valorizzare le risorse umane e dare massima efficacia agli investimenti effettuati;

* definire strategie di istruzione e di formazione nell'arco della vita veramente coerenti e globali, che tengano conto di tutte le maglie della catena dell'apprendimento, coinvolgano tutti gli interessati (parti sociali e società civile) a tutti i livelli e iscrivano le riforme nazionali nel contesto europeo;

* costruire infine l'Europa dell'istruzione e della formazione, attuando in tempi rapidi un quadro europeo per le qualifiche dell'insegnamento superiore e della formazione professionale; esso aiuterà a creare un vero mercato europeo dell'occupazione, faciliterà la mobilità e renderà l'Europa “leggibile” nel mondo;

* dare al Programma di lavoro “Istruzione & formazione 2010” il ruolo che merita. Esso deve diventare uno strumento più efficace per formulare e verificare le politiche nazionali e comunitarie; è urgente ricorrere a tutte le leve del coordinamento aperto. La Commissione ritiene anche necessario istituire fin dal 2004 un meccanismo di verifica regolare dei progressi.

Se si adottano rapidamente tutti questi provvedimenti, gli obiettivi fissati dagli Stati membri possono ancora essere raggiunti. Altrimenti, la divergenza tra l'UE e i suoi principali concorrenti crescerà ulteriormente. Peggio ancora, dato il ruolo centrale dell'istruzione e della formazione per l'occupazione, la coesione sociale e la crescita, sarà il successo d'insieme della strategia di Lisbona a uscirne compromesso.