IDD 2003: e dopo il convegno? (Prima parte)
di Giorgio Tartara

Nei giorni 12 e 13 dicembre 2003 si è svolta a Torino l’ottava edizione del Convegno Nazionale Informatica, Didattica e disabilità.

La manifestazione, il cui successo è stato confermato dagli oltre 400 iscritti, ha affrontato alcuni degli argomenti particolarmente rilevanti per quanti si occupano del tema in questione.


IDD 2003: e dopo il convegno?

(Prima parte)

Giorgio Tartara (giorgio.tartara@tin.it)

 

 

nei giorni 12 e 13 dicembre 2003 si è svolta a Torino l’ottava edizione del Convegno Nazionale Informatica, Didattica e disabilità.

La manifestazione, il cui successo è stato confermato dagli oltre 400 iscritti, ha affrontato alcuni degli argomenti particolarmente rilevanti per quanti si occupano del tema in questione.

Gli atti del Convegno che sono stati distribuiti su CD-ROM ai partecipanti e verranno inviati a tutte le scuole piemontesi, saranno altresì pubblicati on line a partire dalla pagina del programma

http://www.scuole.piemonte.it/idd2003/index.htm [1]

 

In particolare credo sia opportuno fare alcune riflessioni su quanto emerso relativamente a “Usabilità e accessibilità” delle Tecnologie Digitali in generale e dei siti web in particolare, tema che ha occupato due sessioni: una indirizzata a indicare gli aspetti teorici e normativi del problema, l’altra maggiormente rivolta a trattare alcuni degli aspetti pratici e tecnici.

 

La prima, che è anche stata la sessione di apertura del Convegno, si è configurata come di seguito:

ACCESSIBILITÀ DEI SITI PUBBLICI E DEGLI STRUMENTI INFORMATICI

Coordina Paolo Graziani, CNR – Istituto di Fisica Applicata

Come si è arrivati alla Legge sull’accessibilità degli strumenti informatici

Paolo Graziani, CNR – Istituto di Fisica Applicata

La Legge Stanca per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici

Pierluigi Ridolfi, Commissione Interministeriale Permanente per l’utilizzo dell’ICT a favore delle categorie deboli o svantaggiate

Il punto di vista di chi deve applicare la Legge

Mario Di Domenicantonio, Commissione Interministeriale Permanente per l’impiego delle ICT a favore delle categorie deboli o svantaggiate

Il raccordo fra orientamenti internazionali e normative nazionali

Oreste Signore, Ufficio Italiano W3C

Problematiche di verifica dell’accessibilità degli strumenti informatici

Giorgio Sommi, ASPHI

 

Paolo graziani ha tratteggiato l’iter che ha portato in pochi anni, dal 1999 a oggi, alla formulazione della legge che prescrive ai siti della Pubblica Amministrazione di seguire le “linee guida” del Consorzio W3C al livello A, cioè al primo livello che indica le regole ritenute indispensabili perché tutti i cittadini, indipendentemente dall’eventuale situazione di disabilità, possano navigare le pagine web.

In questo modo viene anche accolta la sollecitazione dell’Unione Europea emanata nel 2001 con “una “Comunicazione” dal titolo: “eEurope 2002: accessibilità e contenuto dei siti Internet delle amministrazioni pubbliche”

http://europa.eu.int/eur-lex/it/com/cnc/2001/com2001_0529it01.pdf.

 

La legge Stanca, approvata pochi giorni dopo il Convegno, è stata illustrata da Pierluigi Ridolfi che ha fatto riferimento al Decreto di Legge n. 2546.

 

Marco di Domenicantonio ha quindi tratteggiato lo scenario che più da vicino riguarderà anche il mondo della scuola.

 

Riporto due passi che hanno implicanze di grande rilievo:

    “…gli strumenti didattici e formativi devono essere accessibili agli studenti con disabilità e ai loro insegnanti di sostegno (art. 5). Ciò rappresenta un impulso concreto alla integrazione delle persone con disabilità nella comunità civile.”

     “…formazione del personale della Pubblica Amministrazione sul tema della accessibilità.

 

Emerge in modo evidente il coinvolgimento di quanti operano professionalmente nel settore delle ICT per le scuole. Portando alle estreme e logiche conseguenze il discorso, sono da rivedere tutti i prodotti di tipo educativo che circolano nelle scuole di ogni ordine e grado. È sufficiente utilizzare qualunque enciclopedia multimediale per rilevare immediatamente che i suoi contenuti e la modalità di navigazione non rispettano le regole dell’accessibilità.

Anche le strumentazioni hardware presenti nelle scuole raramente denotano attenzione ai problemi dell’accesso da parte di disabili[2]. Purtroppo non esiste un censimento di quante postazioni di lavoro presenti nelle scuole siano state studiate per offrire un approccio facilitato ai disabili o, in termini ancora più generali, per rispettare le esigenze ergonomiche soprattutto degli alunni più piccoli.

Quante scuole elementari hanno ad esempio provveduto a sostituire i mouse standard con altri progettati sulla misura delle mani dei bambini? In quanti laboratori sono stati adottati tappetini con il sostegno morbido per il polso? e pensare che in questi anni tanto spesso si è parlato nelle scuole di educazione alla salute, allo star bene, eccetera, senza rendersi conto che la salute inizia anche con la corretta postura per i disabili certo, ma anche per tutti gli alunni.

Un altro aspetto di grande rilievo è poi costituito dall’urgenza che venga diffusa tra gli insegnanti la cultura dell’accessibilità, in particolare perché in questi ultimi anni tutte le scuole si stanno dotando di siti Web più o meno complessi e significativi. Non ne ho ancora trovati che rispettino almeno in parte i criteri di accessibilità.[3]

Emerge quindi una esigenza assolutamente prioritaria: la formazione del personale a partire da quello di sostegno per il quale, anche nei corsi di specializzazione, molto raramente è stato introdotto lo studio non dico delle regole di accessibilità, ma almeno di un corretto uso didattico delle TIC.

 

In apertura di IDD 2003, nel corso dei tradizionali saluti delle autorità, è stata formulata una interessante proposta da parte di Paola Pozzi, Assessore al Sistema Educativo del Comune di Torino, la quale ha lanciato la sfida di pensare a momenti di formazione congiunta per insegnanti statali e comunali che operano con i disabili nelle scuole del capoluogo piemontese.


E’ una sfida che intendo raccogliere a nome di tutto il gruppo di ricerca IRRE che ho attivato in funzione dell’organizzazione del Convegno.[4] Può essere un primo passo a cui lavorare con la speranza di poter estendere la sollecitazione anche a livello regionale e di poter fornire uno stimolo per tutto il mondo della scuola italiana.

 

L’altra sessione che si è occupata, da un punto di vista più tecnico, dell’accessibilità ha aperto i lavori della seconda giornata con i seguenti interventi:

TRAPPOLE E MINIERE IN RETE: ESPERIENZE CONCRETE DI ACCESSIBILITÀ E USABILITÀ DELLE INFORMAZIONI. IL LABORATORIO DI ACCESSIBILITÀ

Coordina Dario De Jaco, CSI-Piemonte

Accessibilità: per l’utente, non per i bollini da auto-promozione

Franco Carcillo, Città di Torino

Iniziative legate all’accessibilità dei siti Web: il laboratorio del CSI-Piemonte

Gabriella Braiato, CSI-Piemonte

L’abbattimento delle barriere elettroniche per i servizi al cittadino

Maurizio Rosati, CSI-Piemonte

Proposta metodologica per la valutazione dell’accessibilità dei siti Web

Andrea Crevola, CSP

Sonia Modeo, CSP

 

Nel corso delle relazioni è stato possibile rendersi conto delle caratteristiche che devono possedere i siti web accessibili: un esempio per tutti è stato illustrato da Franco Carcillo, che ha condotto una rapida visita al sito del Comune della Città di Torino.

Per rendersi immediatamente conto del problema invito a provare le differenti opzioni di visualizzazione che, nel momento in cui scrivo sono selezionabili dalle indicazioni contenute in un riquadro posizionato a destra nella Home.

 

Una risposta all’esigenza di organizzare gruppi di lavoro per l’implementazione di siti accessibili è venuta dalla relazione di Gabriella Braiato che ha illustrato i metodi di lavoro del “Laboratorio di Accessibilità organizzato nell’autunno 2003 dal CSI-Piemonte”. È auspicabile che le linee metodologiche e procedurali esposte nella relazione possano diventare progressivamente patrimonio delle redazioni dei siti Web scolastici. Certamente sarà necessario in molti casi adottare delle semplificazioni per l’impossibilità, soprattutto nelle scuole elementari e medie di reperire all’interno alcune delle risorse specialistiche indicate nella relazione:

“• Esperto in Usabilità e in Comunicazione (progettazione di interfacce user-friendly, posizionamento elementi nella pagina, scelte cromatiche…);

• Esperto in Accessibilità (conoscenza delle linee guida individuate e promosse dal W3C)

• Esperto con conoscenza relative alle problematiche legate alla generazione dinamica di pagine Web (java, cgi, strumenti di Content Management)

• Esperto di software utilizzati da utenti con disabilità (disabilità motorie, percettive, sensoriali)

• Esperto in html (conoscenza del linguaggio, degli strumenti di editor, dell’utilizzo dei fogli di stile per la formattazione delle pagine-css2)”.

Si dovrà prevedere il ricorso ad esperti esterni sul territorio e a Enti, come lo stesso CSI, che già operano in tal senso.

Anche in questo caso l’ipotesi di formazione cui accennavo in precedenza può essere un ottimo punto di partenza.

 

Al riguardo ritengo infine di estrema importanza quanto indicato da Andrea Creola e Sonia Modeo del Laboratorio di Usabilità e Accessibilità del CSP che hanno proposto “un processo di controllo e valutazione dell’accessibilità che non sia esclusivamente relegato al termine del ciclo di vita di un progetto ma che introduca il tema sin dalle prime fasi di concepimento di un sito web.”

Ritengo che l’approccio più corretto sia proprio quello di introdurre nella formazione degli insegnanti che si dedicano alla redazione di siti scolastici il principio della Progettazione Universale che ha origine nel campo dell’architettura e del design ed è stato introdotto nell’informatica da Jacob Nielsen.

In sostanza si deve diffondere la consapevolezza che progettare fin da principio un sito come accessibile è meglio e più facile[5] che cercare di adattare e rendere accessibile un sito che non è stato progettato secondo questi criteri. Ne deriva anche che un sito esistente è opportuno venga riprogettato di bel nuovo.

Non c’è da farsi illusioni che si tratti di un passaggio semplice e indolore, ma è comunque doveroso orientarsi in tal senso a partire dalla diffusione della “cultura” dell’accessibilità.



[1] Quando si renderà disponibile la versione on line provvederò a segnalare i link agli atti nel loro insieme e alle singole relazioni citate nel presente articolo.

[2] Faccio ovviamente riferimento alla mia personale esperienza ultradecennale di formatore e consulente che mi ha portato in molte decine di scuole piemontesi e non pretendo quindi di fornire dei dati validi per la totalità delle situazioni, tuttavia credo di sottolineare una situazione certamente diffusa.

[3] Spero di essere presto smentito e quindi invito tutti i lettori a segnalare i casi in contrario.

[4] Il Gruppo di Ricerca IRRE Piemonte è costituito da:

Coordinatore: Giorgio Tartara

Angela Berutti

Marco Guastavigna

Rodolfo Marchisio

Oscar Perino

Luciano Rosso

[5] relativamente alla complessità della materia che va comunque riconosciuta, specialmente riferendosi alle scuole che in maggioranza non hanno abbondanti risorse e competenze tecnologiche.