Linee guida (spiegate) per la Didattica digitale integrata

Il Ministero dell’Istruzione ha pubblicato sul proprio sito le Linee Guida per la Didattica Digitale Integrata (DDI), il documento è snello e, nel classico stile a cui siamo oramai abituati dice e non dice, scaricando responsabilità e oneri alle scuole.

Cosa ci dicono le linee guida:

  1. La didattica digitale rimane e si integra nel sistema educativo. Così come sta succedendo per il telelavoro questa è un’innovazione destinata a rimanere per sempre. Cambia il nome (DAD –> DDI) ma non la sostanza, non si torna più indietro!
  2. Piattaforma unica. Le scuole devono finalmente scegliere un ambiente digitale, evitando di avere una piattaforma diversa per ogni docente. Attenzione: non vuole dire usare solo uno strumento o una sola piattaforma ma evitare inutili ripetizioni. Per ogni strumento scegliamo in maniera collegiale il migliore e lo usiamo insieme.
    Per fare qualche esempio: o usiamo Gsuite o Microsoft 365 ma non tutte e due insieme (dovremmo gestire il doppio di account e sarebbe un delirio), Possiamo certamente abbinare funzionalità e piattaforme ulteriori ad esempio potremmo avere gsuite e insieme edmodo, microsoft 365 e un nostro server moodle. Con gli stessi utenti registrati su Gsuite o su 365 possiamo accedere edmodo e anche padlet o kahoot. Insomma quello che serve è ridurre al minimo le registrazioni degli account e semplificare la vita agli utenti (in gergo tecnico si chiama Single Sign On)
    Ovviamente bisogna garantire piena la compatibilità con qualsiasi device: PC, SmartPhone e Tablet. Non dimentichiamoci quindi di scegliere, sempre in maniera collegiale e condivisa, anche le APP da usare sui nostri dispositivi e sui dispositivi degli studenti.
    Per gli aspetti inerenti la sicurezza rimandiamo il lettore in fondo all’articolo. Ma dobbiamo per forza scegliere una piattaforma? la risposta sempre in fondo a questo articolo.
  3. Repository delle lezioni. Il repository è la vera innovazione di queste linee guida, ed è un tema che da decenni tormenta il MIUR e l’Indire. Dopo anni di portali, raccolte, cataloghi istituzionali che diventavano vecchi non appena inaugurati, si passa – finalmente – ai contenuti generati dagli utenti. L’importante è che le scuole non disperdano i lavori svolti dimenticandosi di pubblicarli! Attenzione però che il posto giusto non è certamente una cartella segretata su drive (deep web) ma una piattaforma elearning o, meglio ancora, un sito web, un blog o un canale su youtube. Una bella videolezione va messa sul canale YouTube della scuola, solo così sarà valorizzata e riutilizzabile.
    La cultura ed il sapere devono essere pubblicati sul web e la storia, la matematica, la filosofia non hanno certamente problemi di privacy. Per la scuola è il momento di aprire un blog, un canale youtube e, magari, anche una vera piattaforma e-learning come edmodo, weschool o moodle.

Cosa non ci dicono le linee guida:

Cloud Learning Environment, L’insieme delle piattaforme digitali scelte dalla nostra scuola e integrate tra di loro realizzano il Cloud Learning Environment che è il nostro ambiente di apprendimento digitale integrato. Non solo una piattaforma o un singolo strumento, magari pure diverso per ogni docente; ma un insieme di strumenti integrati tra di loro è questo l’obiettivo dell’Animatore Digitale e del Team Digitale. E’ il momento buono per fare ordine e avere una visione comune.

Avere una vera piattaforma elearning è una marcia in più, le principali piattaforme usate per la didattica a distanza non sono veri ambienti e-learning ma sono strumenti di lavoro pensati per le aziende e adattati alle scuole con il nome di classe virtuale. Ne deriva che abbiamo sostanzialmente un Office per la “produttività” personale, un sistema di cartelle condivise e un sistema di videoconferenze. Gli strumenti disponibili in un vero ambiente e-learning come Edmodo, Moodle, WeSchool sono certamente più mirati ed efficaci, la possibilità di riutilizzare lezioni, verifiche, esercitazioni ed interi corsi di studio è il valore aggiunto di queste applicazioni. Il Repository delle lezioni è la base per la gestione dei corsi. Con Edmodo, realizzato appositamente per il primo ciclo di studi, perfino la gestione degli utenti e la partecipazione delle famiglie è semplificata e perfettamente adattata alle esigenze degli studenti più giovani senza problemi di privacy con la gestione degli utenti.

Un blog e un canale video sono l’alfa e l’omega della didattica digitale integrata. Si parte dal web e si ritorna sul web, la capacità delle scuole di produrre e riutilizzare contenuti, cultura, valori passa inevitabilmente da un sito pubblico per distribuire questi contenuti. Nei primi anni 2000 i siti web delle scuole erano pieni di lavori dei ragazzi e di contenuti delle maestre, poi sono diventati aridi siti tutta burocrazia e poca didattica, certamente a norma di legge ma inutili dal punto di vista culturale. Una piattaforma elearning è davvero efficace solo se abbinata ad alcuni repository sul web dove possiamo pubblicare i nostri contenuti migliori tra cui anche quelli dei ragazzi, magari con licenza Creative Commons. Questo crea il Cloud Learning Environment.

Più in generale si dovrebbe lavorare con i docenti e con gli studenti (ecco un bel lavoro del Team Digitale e dell’Animatore Digitale) per sensibilizzare gli utenti alla pubblicazione di contenuti di qualità sul web, unico vero antidoto all’uso scorretto delle tecnologie.

La sicurezza non la gestiamo noi, per la privacy ci possiamo fare ben poco: le piattaforme sono straniere (a parte Weschool) e per operare in Italia ci dicono di “rispettare” la normativa… è tutto spiegato un quelle paginone che siamo costretti ad accettare prima di poter usare il servizio… Non abbiamo molta scelta o ti fidi o non le usi… Inutile perdere tempo con le impostazioni dei premessi e della privacy, una volta che un utente è stato dato in pasto alla piattaforma (Gsuite o 365 che sia) questa lo profila e l’intelligenza artificiale ne trae profitto. Ma forse è anche giusto visto che per noi è tutto aggratis.

Se proprio vogliamo stare tranquilli possiamo usare tutte queste meraviglie tecnologiche registrando il minor numero possibile di utenti, ad esempio solo i docenti o neppure quelli, solo un account della scuola e poi ognuno con il suo account personale. Di seguito qualche esempio possibile di ottimizzazione utenti:

Modalità privacy a prova di SPECTRE
Edmodo, Kahoot, Padlet, Youtube, WordPress/Blogger, Jitsi Meet
Un account della scuola, i docenti con il loro account personale. Gli studenti senza account e con solo la registrazione su Edmodo fatta dalle famiglie (facilissima e a prova di privacy) – perfetta per le scuole primarie!

Modalità solo account docenti
Gsuite, Edmodo, Kahoot, Padlet, Youtube, Blogger, Jitsi Meet/Zoom
Tutti i docenti hanno un account della scuola, con quell’account accedono non soltanto alla Gsuite ma anche ai servizi esterni come Edmodo, Kahoot, Padlet, Youtube, Blogger, Meet o Zoom. Gli studenti accedono con l’account di Edmodo per la parte elearning e fruiscono dei contenuti pubblici pubblicati sugli altri canali.

Modalità tutti registrati – Platform Addicted.
Gsuite/Microsoft 365, Edmodo/Moodle,Kahoot, Padlet, Youtube, WordPress/Blogger, Meet/Teams
Tutti gli utenti sono caricati sulla piattaforma scelta dalla scuola, con lo stesso account si accede ai servizi e ai canali complementari: Edmodo, Moodle, Kahoot, Padlet, Youtube, Blogger, Meet/Teams e così via.
In questa configurazione la tentazione di usare solo il drive per le condivisioni è forte ma sarebbe un errore, la piattaforma principale deve essere necessariamente integrata con un vero elearning, un blog e un canale youtube. Avere tutti gli utenti registrati consente il Single Sign on su tutti i canali aggiuntivi.

Modalità Platform Society Free
Quello che le linee guida non ci dicono, ma che sottintendono chiaramente, è che ci vuole una “piattaforma“, ci dicono però che dobbiamo stare attenti alla sicurezza e alla privacy perché si sa benissimo che queste piattaforme si nutrono di profili utenti e ne traggono profitto. Per contro l’impianto culturale-normativo della cara vecchia Europa stronca sul nascere qualsiasi innovazione basata sul web, quindi è altamente improbabile veder nascere delle piattaforme nazionali alternative a Google, Microsoft o Facebook, inutile aspettare non accadrà mai.
Abbiamo però la possibilità di usare WeSchool che è una piattaforma elearning nazionale realizzata da TIM. In questo caso i dati non finiscono su Google e rimangono confinati nei territori nazionali.
Oppure possiamo usare gli strumenti gratuiti che il GARR ci mette a disposizione tra cui due sistemi di videoconferenze e un elearning basato su Moodle. In questo caso nostri dati rimarranno nel territorio nazionale e i server saranno quelli super sicuri delle università.

Modalità 100% Platform Free
Se proprio vogliamo essere del tutto indipendenti da qualsiasi piattaforma e avere sia elearning che repository ci basta poco: un servizio di hosting con dominio, php e database mysql, che costa alla scuola circa 50 euro all’anno (evitiamo i domini .gov o .edu che sono carichi di normative, vincoli e doveri istituzionali, meglio un semplice .it o .net). Su questo servizio di hosting ci basta installare WordPress (la soluzione open source più diffusa per creare blog e siti web) e Moodle (la soluzione open source più completa per realizzare ambienti elearning) e volendo anche altre utili soluzioni open source. Per le videoconferenze possiamo usare Jitsi Meet o gli strumenti del GARR, ma volendo potremmo anche installare Jitsi Meet (anch’esso open source) su un nostro server. Ovvio qui l’animatore digitale o il team devono avere le giuste competenze ma sono attività abbondantemente documentate e abbastanza facili (molti provider hanno degli installatori automatici) che possono darci la soddisfazione di essere completamente indipendenti (così come ha fatto il GARR per le università). Con questa soluzione avrete server nazionali, utenti registrati al solo scopo didattico e tutti i dati sempre e solo in vostro possesso. Attenzione, però, qualcuno potrebbe chiedervi *anche in questo caso* una dichiarazione che attesti la totale conformità al GDPR, che non sarete mai in grado di fornire, lo stesso software open source viene offerto senza garanzie! e se vi bucano il sito? di chi è la responsabilità? Se la burocrazia europea vi mette in difficoltà allora e meglio mettere tutto sui server americani e non pensarci più…

https://www.miur.gov.it/web/guest/-/scuola-pubblicate-le-linee-guida-per-la-didattica-digitale-integrata

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