Successi e insuccessi del settore Ict

Un testo divertente da leggere, che rende conto dei motivi dell’ascesa e della caduta rovinosa di molte aziende hi tech di oggi o degli anni passati, senza le pretese di testi più completi e più seri,

Alla ricerca della stupidità. 20 anni di “disastri” hi-tech.
Titolo “Alla ricerca della stupidità. 20 anni di “disastri” hi-tech.”
Autori Merril R. Chapman
Editore Mondadori informatica
Pagine 290
Anno 2004
Prezzo 12,80 €


Un testo divertente da leggere, che rende conto dei motivi dell’ascesa e della caduta rovinosa di molte aziende hi tech di oggi o degli anni passati, senza le pretese di testi più completi e più seri, come Strategie competitive nell’industria del software, ma anche senza tutta la loro pesantezza.

L’autore ha lavorato come consulente per diverse delle aziende esaminate nel saggio, quali Ashton Tate, Ibm, Microsoft e Novell, e parla spesso in base alle proprie esperienze dirette. Romanzato e ironico, il suo libro è discutibile in alcune delle sue analisi, per esempio per come liquida senza possibilità di appello tutto l’Asp (Application service providing, l’affitto di programmi, applicazioni e servizi via Internet), ma rende l’idea su quanto è successo nel caso della storia di diverse aziende.

La tesi di Chapman è che a determinare un vero e catastrofico fallimento non sia sufficiente un solo errore, ma debba esserci uno sforzo congiunto verso gli sbagli da parte di più centri aziendali, dalla progettazione al marketing, dalle finanza all’alta dirigenza. In questo senso, è interessante in particolare come Chapman valuta Microsoft. Cresciuta grazie a brillanti intuizioni e all’assenza di errori clamorosi o non facilmente rimediabili, l’azienda di Bill Gates, secondo questo autore, non si sarebbe comportata meglio né peggio di molte altre. Poi, l’errore: una caduta di stile nel dichiarare guerra a Netscape, fino a provocare il Dipartimento di Giustizia statunitense e a entrare nella spirale infinita dei processi per pratiche monopoliste. Netscape, dal canto suo, viene liquidata come una pulce che, senza averne le forze, ha provocato il gigante Microsoft fino a indurlo a quello scontro frontale che ha segnato la fine rovinosa della piccola creatura di Andreessen.

Nel complesso, la visione del libro, un po’ cinica, è debole in alcuni punti, ma risulta abbastanza realistica e quasi sempre bene informata.

(Fabio Metitieri)