
Il 2 marzo si è svolto con successo l’evento regionale sulle classi 2.0, dove si è fatto il punto sulla situazione dei progetti già avviati (scuole medie) e ci si è confrontati sui progetti delle prossime classi da attivare (primarie e superiori). Entusiasmo, idee, speranze e manifesti più o meno futuribili non sono mancati.
Aggirandomi tra i banchi dell’area espositiva ho però verificato che solamente due scuole delle classi 2.0 piemontesi hanno messo i PC nello zainetto (lo studente si porta il PC a casa). Tutte le altre classi 2.0 lasciano rigorosamente i PC a scuola e in alcuni casi il numero di PC acquistati è perfino inferiore al numero degli studenti .
Non ho i dati delle altre regioni ma, da quello che leggo in rete, probabilmente molte classi 2.0 non affidano i computer agli studenti ma allestiscono, più semplicemente, delle classi attrezzate.
Il Bando Classi 2.0 lascia ampia libertà , è vero, ma la vera frontiera su cui forse vale la pena sperimentare nuovi modelli didattici è proprio quella di affidare ad ogni studente un netbook o un tablet. Negli altri casi si ha a che fare con il solito laboratorio informatico, magari mobile anziché fisso, usato con maggiore intensità e senza bisogno di spostamenti tra i locali…ma sempre il solito collaudato laboratorio di sempre.
Va detto che, comunque, non è facile per una scuola gestire un computer per ogni studente, tantomeno affidare il computer allo studente e farglielo portare a casa. I problemi da risolvere sono molti: la durata delle batterie, le dimensioni, il peso, la copertura wireless, i sistemi di protezione, la pila software in grado di supportare tutte le materie di studio, il filtro per la navigazione, l’assicurazione, i costi inziali e gli oneri di gestione.
Di queste cose, purtroppo, non si parla quasi mai così i computer rimangono nei costosissimi carrelli per la ricarica e non finiscono negli zainetti al posto dei libri…