Tecnologie a scuola: l’Italia resta indietro

Pubblicato su Sophia lunedì 14 gennaio 2002

La cosa che salta subito all’occhio sfogliando il nuovo studio di Eurydice sull’integrazione delle nuove tecnologie nei sistemi scolastici europei è che solo l’Italia non include le TIC in tutti i curriculum, di ogni ordine e grado. La differenza tra lo Stivale e gli altri paesi spicca sulle tavole statistiche del rapporto ed impone una riflessione a politici e amministratori italiani.

La lettura dello studio di Eurydice, ricco di grafici e tavole di facile lettura e comprensione, può essere utile per capire i passi ancora da compiere nel campo delle nuove tecnologie a scuola e per avere un quadro generale della situazione europea per ciò che riguarda l’istruzione informatica di docenti e studenti.

Gli indicatori di base presi in considerazione dal rapporto sono la priorità assegnata alle TIC nelle politiche educative, la distribuzione dei budget, la presenza delle nuove tecnologie nei curriculum, l’uso delle TIC nelle lezioni e l’ammontare di ore dedicate ad esse nella formazione degli insegnanti.

Sebbene tutti i paesi abbiano studiato politiche di aggiornamento degli docenti, appare urgente assicurare che in futuro tutti acquisiscano le necessarie conoscenze delle TIC, conclude il rapporto.

Questa è una condizione irrinunciabile se si vuole che le giovani generazioni sappiano utilizzare le nuove tecnologie con successo.

Pubblicato su lunedì 14 gennaio 2002



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