Software aperto, linguaggio chiuso

“La localizzazione in italiano è realizzata e mantenuta da linux@studenti.” Come si fa a localizzare qualcosa di immateriale, per di più posizionato sulla grande rete mondiale? Qual è insomma il significato autentico della citazione, proveniente da http://goemon.polito.it/ileana.php, dove è disponibile al download la versione italiana di The Open CD, compilation di software libero per Windows?
Il benvenuto nella versione italiana di The Open CD
Spero che nessuno me ne vorrà  se dico, in tutta franchezza, che insieme alle categorie di classificazione del software, del tutto centrate in modo autoreferenziale sulle funzionalità  generiche del PC, e all’idea del passaggio a Linux come rito iniziatico sottesa alla pagina di benvenuto del CD ripresa dall’immagine, tale citazione costituisce testimonianza evidente di un entusiasmo operativo tanto lodevole, quanto acritico e totalizzante.

Bisognerebbe infatti riflettere un po’ di più, uscire dall’autocompiacimento e comprendere che l’uso del gergo tecnico ha come risultato più probabile un effetto boomerang, ovvero marcare inutilmente distanze lessicali che vengono erroneamente identificate come “competenze” necessarie e tenere di conseguenza lontane le persone che non hanno vere ragioni e vero interesse a passare sotto le forche caudine che si vengono così a delineare.
Se vogliamo contribuire a diffondere davvero il software libero, dovremmo invece porci l’obiettivo prioritario di farci capire da tutti. E quindi, nel caso in esame, parlare di traduzione, di collezione di programmi in lingua italiana e così via.
Marco Guastavigna

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