Licenze libere per i corsi ForTIC: una petizione riaccende il dibattito

Liberate le licenze dei corsi ForTIC. La richiesta arriva da un gruppo di tutor vicini al gruppo LinuxDidattica.org, che ha lanciato su Petitiononline una petizione per rilasciare sotto licenza libera la documentazione dei corsi di formazione alle nuove tecnologie organizzati dal Miur per i docenti. La raccolta di firme online chiede una licenza che permetta la modifica e la redistribuzione del materiale, anche commerciale, spiega Alessandro Ronchi, uno dei promotori.

“Questo, nella pratica, significa che chiunque deve avere la possibilità di prendere quei documenti, aggiungere o modificare un paragrafo, e ridistribuire il risultato finale. Le conseguenze di questa possibilità di modifica e ridistribuzione saranno un continuo aggiornamento, ampliamento, modifica ed adattamento ad esigenze anche diverse da quelle originarie. Inoltre chiunque potrà usufruire di questo materiale, anche al di fuori dei docenti iscritti ai corsi ForTIC, e saranno possibili traduzioni in tutte le lingue”.

Vista la natura del materiale e le modalità con le quali è stato commissionato e realizzato, si legge nella petizione, risulta difficile pensare a posizioni contrarie al rilascio con licenze libere, che porterebbero l’opportunità di diffondere maggiormente conoscenze elevate in campo informatico: “Data la necessità contingente di favorire la formazione dei cittadini su queste tematiche, questa richiesta si configura come una grossa opportunità di incentivare lo sviluppo delle conoscenze sulle tematiche vicine alle tecnologie dell’informazione, così importanti per il futuro prossimo di ogni paese”.

Se il Miur accogliesse la richesta, continua Ronchi, si potrebbero ad esempio realizzare cd-rom con il materiale formativo e distribuirli tramite riviste di informatica o di attualità, oppure organizzare corsi ForTIC basandosi esclusivamente sul software libero, modificando le sorgenti documentative, a richiesta dei docenti interessati.

La petizione non è legata al software libero, sottolinea il promotore, che porta ad esempio l’iniziativa OpenCourseWare del MIT. “Se al MIT sono arrivati prima ed hanno dimostrato il successo dell’iniziativa, le altre strutture che ne hanno l’occasione hanno a mio parere l’obbligo di valutare l’adozione degli stessi criteri. I progetti di formazione pubblica hanno lo scopo di diffondere la conoscenza, e non c’è metodo migliore del permesso di usufruire di materiali pubblici per studiare”

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Pubblicato su SophiaPubblicato su: Sophia
lunedì 8 dicembre 2003