Pubblicato su Scuola Virtuale lunedì 6 maggio 2002

Rappresenta non solo uno dei diritti fondamentali dei giovani pazienti, ma anche la possibilità di portare avanti, nonostante la malattia, progetti legati alla costruzione dell’avvenire.


Una delle applicazioni, per eccellenza, cui è destinata la formazione a distanza è al servizio dei giovani pazienti sia che si trovino negli ospedali sia che si trovino tra le mura domestiche.

Proprio da qualche settimana, attraverso la tecnologia di Scuola Virtuale, gli insegnanti di un ITC di Foggia si mantengono in contatto con uno studente dell’ultimo anno costretto a lunghi periodi di degenza in ospedale.

Docenti e compagni di classe, in questo modo danno il loro sostegno, proseguendo con lui il lavoro in programma e consentendogli di non rinunciare alla consueta vita scolastica (fatta, in fondo, anche di confronto e relazione con i propri pari e gli adulti).

Un’esperienza bolognese

In un documento, redatto dalla SMS “Guido Reni – Sez. Ospedaliera Gozzadini” di Bologna (una scuola che, con la sua sezione ospedaliera, appunto, da alcuni anni lavora nel reparto di oncologia pediatrica dell’ospedale S. Orsola di Bologna) risaltano alcuni particolari interessanti per quanto riguarda la validità psicologica ed educativa della scuola in ospedale e dell’uso delle tecnologie in questo ambito.

Una delle prime considerazioni è sicuramente che l’attività didattica (svolta nel rispetto della particolare condizione dei degenti, assecondando e tenendo conto delle terapie spesso molto dure sia fisicamente che psicologicamente, del decorso della malattia, della vita d’ospedale ecc.) rappresenta non solo un diritto fondamentale, quello all’istruzione, ma anche “un fattore di normalizzazione, attenuando nel ragazzo l’ansia di sentirsi ammalato; gli permette di avere vicinanza e confidenza con l’insegnante, che egli vede come estraneo alle pratiche mediche; gli offre la possibilità di rifugiarsi in uno spazio che lo separa dall’atmosfera angosciosa della vita in ospedale.

Dal punta di vista educativo la scuola in ospedale ha il significato di mantenere l’idea della continuità scolastica, di non far dimenticare i concetti già appresi e rappresenta una vera e propria integrazione dei programmi della scuola pubblica”.

Nel 1999 la sezione “Reni – Gozzadini” (esistente dal ’97 e istituita come “sperimentale”) è stata trasformata in struttura organizzata con la presenza di un consiglio di classe al completo, composto dai docenti di tutte le discipline.

L’esperienza acquisita in questi anni ha permesso di creare un “codice di comportamento”, per condurre la “vita scolastica”, tutto incentrato sull’attenzione al singolo paziente-studente, dal tener conto delle necessità psicologiche di chi affronta un momento difficile come quello della malattia al contatto con le scuole di provenienza, all’attenzione a mantenere costanti i rapporti con l’esterno attraverso le mail o il fax.

La didattica viene impostata in modo che risulti gradevole, varia e non pesante, uno degli obiettivi educativi principali è motivare allo studio, altri obiettivi sono:

* La riduzione dell’isolamento scolastico attraverso la cooperazione in un lavoro di gruppo virtuale grazie all’uso delle nuove tecnologie.
* Rinforzare le abilità disciplinari per mezzo di strumenti alternativi al libro di testo e migliorare le capacità espressive con l’uso di diversi codici comunicativi con la costruzione di ipertesti.
* Far recuperare l’autostima con nuove aree di competenza.

Naturalmente, a questo proposito, “Un aiuto particolare alla didattica viene dalle nuove tecnologie che attirano fortemente quasi tutti i ragazzi. Attraverso l’uso del computer con lavori che assumono un aspetto particolarmente attraente, i ragazzi recuperano la voglia di fare e la soddisfazione di “riuscire” perse per strada. Il computer può dare stimoli e motivazioni anche in condizioni di precarietà. Su uno stesso progetto possono lavorare più persone e il prodotto finale non è necessariamente di chi ha iniziato il lavoro. Generalmente il computer è un mezzo complementare e integrabile alle strategie tradizionali”.

Più avanti, nel documento, in un paragrafo intitolato “Le nuove tecnologie come amplificatori cognitivi, informativi, comunicativi” si legge:

“Il fenomeno internet ha messo a disposizione un patrimonio enorme (scientifico, culturale, commerciale, ricreativo, umanitario, professionale, ecc.) di risorse informative, documentali ed umane.
In campo educativo questo patrimonio può essere una sorgente di risorse che integrano i processi didattici tradizionali oppure consentire esperienze innovative come l’essere presente virtualmente nella propria classe, cooperare a distanza con gruppi o altri ragazzi, o giocare a distanza.

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