L’esperienza del laboratorio Hacking@scuola si conclude quest’anno con un convegno a Villa Gualino, aperto a tutti, dove diversi esperti parleranno di sicurezza e dimostreranno in pratica che cosa significa violare un sistema. Di Fabio Metitieri.

Il confine tra curiosità e hacking è sempre stato molto labile, ma lo è ancora di più nel contesto scolastico. “I ragazzi non sono quasi mai consapevoli di cosa sia un reato in Rete e neppure i presidi hanno ben chiari quali siano i rischi che corrono le loro scuole”, afferma Eleonora Pantò, responsabile dell’Area eCommunities per il Csp.

Da qui l’idea di un corso, basato sull’utilizzo di Fle3, una piattaforma di e-learning molto orientata all’apprendimento collaborativo. Il corso (corsi.peano.it) ha coinvolto nell’anno scolastico che si è appena concluso i 22 studenti di una quinta classe dell’Itis, al Peano (www.peano.it), in zona Torino Dora. “A chiusura di questa esperienza, si è deciso di premiare l’attività degli studenti che hanno fornito nel corso i contributi più significativi”, prosegue Pantò, “ma in un contesto aperto alla partecipazione di altre classi o di altri singoli studenti, offrendo a tutti, nella mattinata dell’8 giugno a Villa Gualino, una panoramica completa degli scenari legati all’hacking, alla sicurezza, e a quali problemi dovranno fronteggiare le scuole nei prossimi anni, con la diffusione sempre maggiore dei computer nelle classi”.

Nella giornata di convegno il prof. Antonio Lioy del Politecnico di Milano, presidente di Assosecurity e uno dei migliori esperti italiani di sicurezza informatica, traccerà una panoramica completa del settore, a tutto campo. Dopo di lui il prof. Doriano Azzena, consulente delle procure di Asti e Alessandria e dell’Ufficio scolastico regionale per il Piemonte, parlerà delle problematiche legali che stanno emergendo con l’uso dei computer nelle scuole.

Le professoresse Sophia Danesino e Nadia Carpi del Peano entreranno invece nel dettaglio dell’esperienza didattica svolta con il corso e delle caratteristiche della piattaforma di e-learning utilizzata. Infine Diego Zegna, direttore tecnologico di Digital response team di Città studi di Biella, darà una dimostrazione di hacking su alcuni Pc in rete.

Il corso, come il convegno, è stato organizzato nell’ambito di un progetto sugli strumenti open source per l’apprendimento collaborativo, grazie a un’iniziativa congiunta di Csp (www.csp.it), di cui Dschola fa parte, e Liases (www.econ.unito.it/struttura/info/struttura007), il laboratorio per la didattica e per la ricerca della Facoltà di Economia e commercio dell’Università di Torino.
I risultati del corso sono stati molto buoni. “Gli studenti hanno dovuto imparare a utilizzare meglio i Pc come strumenti di studio e di lavoro e hanno appreso sia a operare in gruppo sia a organizzare in modo autonomo la propria attività”, spiega ancora la eCommunity manager del Csp, “Dopo qualche difficoltà iniziale, gli studenti hanno lavorato a fondo su temi abbastanza ampi, dalla crittografia alla firma digitale, dai concetti di hacking e di cracking all’affidabilità dei sistemi Windows e Linux, dalle funzioni dei firewall ai diversi tipi di reato informatico”.

Anche i software scelti, Zope e Plone come Content management system (Cms) e Fle3 per l’e-learning, sono risultati adatti allo scopo. La piattaforma Fle3, in particolare, per cui il Peano e la professoressa Danesino sono i riferimenti in Italia, ha una struttura meno rigida di molti altri prodotti, con moduli che possono favorire non solo la costruzione della conoscenza ma anche l’improvvisazione e la creatività.

Il problema dell’uso consapevole di Internet da parte delle scuole resta comunque aperto: “Occorre sensibilizzare i presidi, gli insegnanti e gli studenti”, conclude Pantò, “per arrivare almeno alla definizione di precise policy per la navigazione, nonché alle richieste di autorizzazione delle attività on line da parte dei genitori”. Su tali tematiche, a livello internazionale può servire come riferimento anche il lavoro di sensibilizzazione e di formazione svolto dall’Isecom, un’organizzazione non profit, nell’ambito del progetto Hacker High school (http://www.isecom.org/hhs); le attività di Dschola potrebbero proseguire proprio con iniziative di questo tipo.

Il modulo per l’iscrizione, che è gratuita e aperta anche ai singoli studenti

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