Eurobarometer: gli europei e l’Agenda di Lisbona

Sono stati resi noti in questi giorni i dati di una nuova ricerca Eurobarometer relativa alle considerazioni e alle aspettative dei cittadini europei sugli obiettivi e i risultati dell'Agenda di Lisbona, a cinque anni dalla sua definizione.

 



Rispetto alla situazione economica europea, partendo dal presupposto che la strategia di Lisbona prevede un rinnovamento globale del soggetto Europa tale da farle raggiungere l'economia basta sulla conoscenza più competitiva nello scenario internazionale entro la data del 2010, circa il 49% degli intervistati ha manifestato una considerazione positiva e il 55% di essi ha affermato un certo ottimismo nelle prospettive future di sviluppo e crescita.
Anche se solo il 38% è fiducioso del fatto che l'Europa riuscirà a raggiungere il traguardo di Lisbona nei cinque anni che mancano alla scadenza.

La maggiorparte si è detta pronta ad affrontare nuove sfide che pongano su basi concrete la possibilità di una crescita competitiva europea, che la veda al passo con le performance di Stati Uniti e Giappone. Per questo però è necessario stabilire o confermare delle priorità che per il 63% degli intervistati si traducono in maggiori investimenti nella ricerca, nell'innovazione, nell'istruzione e nella formazione professionale.

I cittadini dell'Unione, difatti, sostengono che l'Europa sia un passo indietro ad altri Paesi, come ad esempio gli Stati Uniti, in quanto a pieno utilizzo delle potenzialità offerte dalle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione, ad attenzione riservata alle tematiche fondamentali della ricerca scientifica e alla definizione di politiche mirate nel settore dell'occupazione e della formazione.

Ciò che preoccupa sensibilmente gli europei è la situazione lavorativa e sociale, tre su quattro hanno infatti lamentato condizioni negative e sfavorevoli per quanto riguarda l'occupazione, la possibilità di trovare nuovi canali d'impiego, l'accesso a percorsi di formazione e specializzazione delle competenze professionali e il sistema delle pensioni. Secondo gli intervistati a dare una risposta a questi problemi deve essere preferibilmente l'intervento a livello nazionale, lasciando all'iniziativa comunitaria la risoluzione di altre questioni come la protezione ambientale, lo sviluppo della ricerca e dell'innovazione, il sostegno alla crescita economica.


Per maggiori informazioni:
Comunicato della Commissione: http://europa.eu.int/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/05/131&format=HTML&aged=0&language=EN&guiLanguage=en
La ricerca Eurobarometer:
http://europa.eu.int/comm/public_opinion/archives/ebs/ebs_215_en.pdf