Dschola: la scuola e l’ICT a braccetto, finalmente

Pubblicato su “SMAU.IT” giovedi’ 6 marzo 2003


Le tecnologie dell’informazione e la scuola italiana hanno sempre vissuto un “matrimonio difficile”, in cui le poche risorse umane e informatiche disponibili si sono disperse o impoverite nel mare magnum dell’indifferenza o addirittura, dell’ostracismo. Nel Nord Ovest italiano si è cercato un percorso diverso: un progetto a largo respiro per le scuole piemontesi e valdostane, finanziato dalla Fondazione CRT con 21 milioni di euro nell’arco temporale di tre anni.


Gli obiettivi di Dschola sono sinteticamente di investire nella scuola per generare un’attenzione culturale al fenomeno delle nuove tecnologie, coinvolgere attraverso la scuola studenti, insegnanti, famiglie, accelerare gli sviluppi in atto nell’ambito della economia generata dalle reti.

Operativamente il progetto si è mosso in maniera originale dato che con i contributi finanziari della Fondazione CRT, attraverso il CSP, che gestisce il progetto, sono stati creati dei centri di riferimento sul territorio regionale, i Centri di Servizio, Animazione e Sperimentazione (CSAS) e i Centri di Animazione (CA), che sono scuole che svolgono la funzione di catalizzatori delle attività sul territorio, sviluppando progetti e iniziative culturali, per la promozione di servizi di tipo informativo e cooperativo per il sistema Scuola che si appoggiano sulla fornitura di servizi di base a tutte le scuole del Piemonte e Valle d’Aosta, offerta dal CSI Piemonte.

I 24 Centri sono il motore sul territorio di Dschola. Si tratta di istituti che dispongono dei requisiti tecnici e organizzativi per poter svolgere una funzione di riferimento per gli aspetti tecnologici sul territorio, per una comprovata esperienza nell’area ICT con particolare riferimento alle tecnologie Internet. Ma non basta: i CSAS e i CA devono anche avere una comprovata esperienza nel campo della didattica e nella realizzazione di processi di innovazione didattica in ambito scolastico.

di Vittorio Pasteris


Leggi tutto l’articolo



Pubblicato su Pubblicato su: