Wi-Fi: La disinformazione è servita

Forse nella redazione di Report sono rimasti senza notizie, senza scoop e, così, hanno preso dalla BBC un documentario, probabilmente pure datato, sui presunti pericoli del wi-fi dove si vede perfino un Tony Blair giovanissimo e dove non viene mai citato un dato tecnico, una unità  di misura oggettiva e concreta, l’unico dato certo sembra essere soltanto la diffidenza nei confronti delle tecnologie a protezione di ambiente, qualità  della vita e salute .
L’intensità  dei campi elettromagnetici si misura in Volt al metro e in Ampere al metro, su internet ci sono tabelle pubbliche che mostrano i limiti internazionali e nazionali e perfino i valori di qualità  delle singole regioni ben al di sotto dei limiti di legge, già  al di sotto dei limiti inglesi. Ad esempio la Regione Toscana è stata la prima a fissare, nel gennaio del 2002, un obiettivo di qualità  introducendo il limite di 0,5 V/m per le esposizioni prolungate, cioe’ superiori a 4 ore al giorno. Per fortuna un access point alla distanza di un metro, ha proprio un campo che varia tra 0,2 e 0,5 V/m e che, quindi, non supera i severi limiti di qualità  (più ci si allontana e più il segnale si riduce in maniera esponenziale).

Ecco allora quattro grossolani errori che rendono il documentario inglese sul Wi-Fi credibile alla pari di quello, sempre della BBC, che ha dato origine al romanzo “Il codice da Vinci”.

  1. L’esperto effettua delle misurazioni senza mai dire a quanto corrispondano i valori misurati
  2. Quando misura il segnale del ripetitore dei cellulari l’esperto non ha con se un telefono con una comunicazione in corso, quindi il segnale misurato è senza traffico di rete
  3. Quando misura il segnale wi-fi in classe lo fa vicino ad un computer che sta scaricando dati dalla rete, quindi il suo rilevatore misura un elevato traffico di rete emesso dal computer stesso
  4. nel documentario si dice: “governi e le compagnie telefoniche hanno deciso di puntare sul Wireless e stanno installando ripetitori e centraline ovunque” confondendo due tecnologie ben diverse, Le compagnie telefoniche installano i ripetitori UMTS molto potenti per i telefoni; mentre governi, privati e anche le scuole installano il Wi-Fi per l’accesso ad internet molto meno potente e… spesso gratuito! non è che il documentario è voluto dalle Telco per incentivare internet a pagamento?

Il tutto, comunque, è condito dalla totale assenza dei dati sui valori misurati, si dice in un solo punto che ciò che è stato misurato è comunque 600 volte inferiore al limite di legge Inglese e che da noi i limiti sono più bassi.

Oramai sul wi-fi si sa quasi tutto, tanto che qualsiasi scuola superiore ad indirizzo tecnico è in grado di effettuare delle misurazioni ed anche qualsiasi privato cittadino può facilmente dotarsi di attrezzatura adeguata per fare le misurazioni e confrontarle con la documentazione presente in rete.

Dschola ha già  pubblicato dati certi già  nel 2004, leggeteli pure che sono sempre attuali:
http://www.dschola.it/modules/mydownloads/singlefile.php?lid=1140
http://www.dschola.it/modules/mydownloads/singlefile.php?lid=1143

Se poi siete certi che il wireless non fa per voi, attenzione perchè dovrete fare a meno di:

  1. auricolari Bluetooth
  2. Playstation portatile, Nintendo DS, Playstation, Nintendo Wii
  3. computer portatili
  4. navigatori e automobili con Bluetooth
  5. telefoni cordless VoIP
  6. Videosender (i ripetitori audio video per vedere il decoder TV nella stanza accanto)
  7. Antifurti senza fili
  8. Tastiere e mouse senza fili

Perchè tutti questi dispositivi usano la stessa frequenza di 2,4 Ghz, ovviamente con potenze 20 volte inferiori al vostro telefonino 😉

8 commenti a “Wi-Fi: La disinformazione è servita”
  1. Gianluca, entra nel merito della questione, hai fatto delle misure?
    Hai dei dati? hai guardato i nostri documenti? le misurazioni nostre sono state fatte con la presenza di studenti e con l’ARPA, mentre il bel Kenyon in questo caso non tira fuori nessun dato e nel documentario sbagliano pure a fare le misurazioni…

  2. […] Vi avevo segnalato qualche giorno fa il servizio di Report sul Wi-Fi, avete avuto modo di vederlo? Io si, veramente deludente. Nel servizio di report in modo molto superficiale si è parlato delle pericolosità  del Wi-Fi, come insegnante di elettronica ho notato grossolani errori tecnici, assenza di dati, per giunta l’intero servizio si fonda su un vecchio documentario della BBC, molto criticato dai giornali britannici. Si parla del wireless come il pericolo numero 1 che si sta diffondendo nelle nostre scuole, ma se bisogna fare la guerra al Wi-Fi meditiamo sul fatto che molti dispositivi, con potenze inferiori ma molto vicine al nostro corpo, lavorano alle medesime frequenze 2,4 GHZ: i sempre presenti auricolari bluetooth, antifurti senza fili, mouse e tastiere, navigatori GPS e molti altri. Vi segnalo l’interessante articolo dell’amico e collega Dario Zucchini, in maniera efficace si parla della disinformazione che dilaga in merito al Wi-Fi e vengono forniti dati tecnici per far comprendere ai non è tecnici che questa pericolosità  è infondata. Già  nel 2004 Dario aveva pubblicato 2 articoli in merito al Wi-Fi sempre attualissimi e che meritano di essere letti: […]

  3. Gentile prof. Zucchini,
    non sono un tecnico e non mi intendo, perciò, di misurazioni.Vorrei fare osservare, però, che se i dati delle misurazioni non sono stati citati (ho visto il servizio e lo confermo) in compenso sono stati citati provvedimenti, in virtù di quello che si chiama in ambito scientifico, il principio di precauzione, delle autorità  scolastiche inglesi e svedesi che hanno vietato le reti wireless nelle scuole.
    E’ in grado di smentire, con dati certi, l’adozione di questi provvedimenti?
    Se sì può anche parlare di disinformazione, se no le sue affermazioni mi sembrano alquanto arbitrarie.
    No non è la BBC…cantava un allegro motivetto di qualche anno fa, forse la RAI-TV qualche trasmissione interessante la fa e, a mio parere, Report è una di queste

  4. Salve.
    Domanda:
    Nella frazione dove abito si vuole istallare un’antenna per l’utilizzo del WI FI.: un privato istallerà  un’antenna cosi che gli altri possano usufruirne.
    L’istituto majorana non ne parla di questo. Le onde dovranno raggiungere le altre abitazione poste anche a 500 metri.e Io che non la voglio quanta potenza dovrò ingoiarmi?

  5. la stessa identica debole potenza su cui abbiamo fatto noi le prove, la stessa di un telecomando di un cancello elettrico o di un antifurto. la potenza del wi-fi è limitata per legge!!! il wi-fi prevede uno standard di trasmissione senza concessione a bassisima potenza. Non ci sono differenze tra un dispositivo che trasmette in casa e uno che trasmette a 500 metri di distanza. ovviamente il dispositivo deve essere un comune access point di tipo approvato dal ministero delle telecomunicazioni. L’antenna non aumenta la potenza emessa.
    se vuoi stare senza “potenza” nei paraggi spegni il cellulare ed il videosender 😉

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