Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

 

L’istituzione della Repubblica che ha la fortuna di fondarsi su relazioni umane dirette ed evolutive – tra bambini, ragazzi e adulti da una parte e tra pari dall’altra – è ferma.

Sostenere che l’emergenza può diventare per la scuola un’opportunità è marketing politico-commerciale. Pertanto, non ci appartiene.

Siamo insegnanti di sostegno specializzati e in via di specializzazione, specificamente formati e valutati sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Ma non ci interessa parlare di innovazione: ci interessa garantire inclusione. È il nostro compito professionale, sul piano deontologico e sul piano operativo, della quotidianità didattica. E in questo momento la scuola inclusiva è fortemente a rischio.

Siamo risorse assegnate alle classi e come tali intendiamo agire in questo momento di emergenza, prendendo l’iniziativa per ridurre il danno. Prendiamo l’iniziativa e lo facciamo in modo riflessivo, flessibile e articolato per non creare negli allievi (tutti), nelle famiglie (soprattutto le più fragili), nei colleghi e in noi stessi l’illusione che esistano formule e dispositivi la cui semplice applicazione può risolvere in forma standardizzata i delicatissimi problemi dell’apprendimento (anche questo, di tutti).

In questa prospettiva abbiamo prodotto questo primo documento (destinato ci auguriamo a essere incrementato con commenti e altri contributi), in cui ragioniamo su attività didattiche pensate per essere inclusive. Esso vuole contribuire al lavoro di coloro che in questi giorni sono impegnati a progettare e mettere in atto “scuola a distanza” in modo consapevole e critico, senza ingenua improvvisazione e con un approccio che vada oltre gli aspetti funzionali degli strumenti digitali per la comunicazione a distanza.

 

  1. Prioritaria è un’indagine puntuale sui dispositivi e sulle connessioni a disposizione degli studenti e delle famiglie; vanno proposte attività ergonomicamente congruenti a ciò che è in dotazione; una stessa attività può essere adattata alle condizioni operative di un PC (lo strumento più adatto alla scrittura estesa), di un tablet (lo strumento più adatto alla lettura di materiale proveniente dalla rete), di uno smartphone. È quindi saggio privilegiare gli ambienti che configurano automaticamente l’interfaccia a seconda del dispositivo dell’utente; non accontentarsi delle dichiarazioni di chi fornisce il servizio, ma verificare direttamente gli effetti;
  2. A tutti coloro che produrranno o adatteranno documenti e materiali con contenuti di apprendimento a prevalenza testuale, consigliamo di prendere in considerazione i tre protocolli di adattamento dei testi scolastici; il MIUR ha anche finanziato in passato uno strumento che può rendere l’operazione più agevole;
  3. Per la produzione di documentazione testuale ricordiamo la necessità di riferirsi per quanto possibile alle linee guida AGID per la realizzazione di documenti accessibili. In particolare, 1) usare font come Arial, Verdana o altri senza grazie, in dimensione almeno 12 e con una interlinea che varia da 1.2 a 1.5; 2); utilizzare un buon contrasto di colore (es. nero su bianco). Il rispetto delle linee guida si rivela fondamentale per la fruibilità dei documenti se in classe sono presenti alunni non vedenti o ipovedenti; potrebbe essere utile anche impiegare caratteri ad alta leggibilità, e sollecitiamo il MIUR ad attivare convenzioni con i produttori di quelli a pagamento;
  4. A chi immagina di selezionare e proporre video in streaming, consigliamo di utilizzare strumenti come VideoAnt e Edpuzzle, che consentono di associare al flusso del filmato di rete (YouTube) annotazioni, chiarimenti, stimoli di riflessione, domande e così via; il secondo ambiente permette anche di organizzare un gruppo-classe senza profilazione da parte della piattaforma usata ed è disponibile come App Android e IOS per la fruizione dei contenuti da parte degli studenti;
  5. Soprattutto per organizzare in modo semplice e rapido lavori interdisciplinari o comunque con il contributo di più docenti, consigliamo l’uso di bacheche elettroniche – per esempio Padlet –: qui si possono raccogliere materiali digitali di vario tipo, sia per dare informazioni e chiarire concetti, sia per sollecitare attività da parte degli studenti; Padlet è disponibile come App Android e IOS per la fruizione dei contenuti da parte degli studenti;
  6. Funzionano in modo analogo alle bacheche strumenti come TesTeach, maggiormente orientato alla costruzione di “corsi”, sequenze prolungate di attività; anche questo ambiente permette di organizzare un gruppo-classe senza profilazione da parte della piattaforma usata; TesTeach è disponibile come App IOS e Chrome per la fruizione dei contenuti da parte degli studenti;
  7. Molto utili sono le immagini interattive, ovvero fotografie, mappe, carte geografiche e altre forme di rappresentazione visiva corredate di collegamenti a materiali integrativi, esplicativi, esemplificativi e così via, tendenzialmente adattati (cfr. punto 2), realizzate per esempio con Thinglink;
  8. Nel caso della produzione di video o video tutoriali, consideriamo utile contenere la durata dei video entro i 5 minuti. Se l’argomento è complesso (e non è possibile fare tutto rispettando la regola dei 5 minuti), è necessario frammentare il contenuto in unità significative chiaramente denominate e poste in sequenza. Per mantenere l’ordine degli elementi nella sequenza possono essere utilizzate rappresentazioni grafiche di accompagnamento,  ad esempio diagrammi di flusso;
  9. Se si intende fruire di un ambiente slegato dalla produzione di materiali specifici, e capace quindi di raccogliere e condividere materiali di tipo e provenienza diversi, consigliamo di scegliere una piattaforma per le classi virtuali che non richiede profilazione e soprattutto che imita l’ambiente scolastico abituale. Anche in questo caso, la nostra esperienza dimostra comunque l’utilità di un insegnante con un esplicito ruolo di coordinamento organizzativo, in particolare per quanto riguarda la collocazione dei materiali;
  10. A tutti coloro che desiderano utilizzare materiale online, consigliamo di partire da una ricerca specifica su internet. Molto di quello che vogliamo mediare nell’azione didattica, è già stato prodotto o può essere utilizzato, modificato, adattato, semplificato, integrato (cfr. i punti 3 e 4).
  11. Consigliamo con forte convinzione a dare riferimenti precisi a ciò si propone anche nel caso di ricollocazione di prodotti multimediali reperiti  sul web. Poiché il libro rimane un oggetto fisico con una capacità di riferimento culturale ben strutturata e conosciuta. anche le presentazioni, o le bacheche elettroniche, devono contenere immagini e video i cui riferimenti bibliografici siano espliciti.
  12. Si ricorda inoltre che molti materiali prodotti e pubblicati sono soggetti a copyright. Per tale ragione si consiglia di utilizzare materiali video già disponibili nella rete sulle principali piattaforme (RAI, Youtube, Vimeo) o immagini prive di diritto d’autore, disponibili su alcuni siti specifici (Pixabay, Pexels).
  13. Possono essere molto efficaci anche semplici attività multimodali: trasformazione in formato audio di testi scritti mediante la registrazione della propria lettura in voce o con software appositi, per esempio il gratuito Balabolka; trasformazione in testo adattato (cfr. punto 2) di materiali orali registrati;
  14. Consigliamo di integrare materiali testuali scritti o orali e filmati anche con un’accurata realizzazione di rappresentazioni grafiche della conoscenza (mappe mentali, mappe concettuali, mappe tematiche, mappe argomentative, diagrammi a lisca di pesce, cicli, piramidi, strutture ad albero rovesciato, scansioni sequenziali e così via); suggeriamo anche di utilizzare la tecnica del close, chiedendo il completamento della rappresentazione grafica, affiancata o meno da liste degli elementi mancanti, parziali, totali o sovrabbondanti;
  15. Ipotizziamo supporto allo studio e alla realizzazione di compiti di singoli o di piccolo gruppo mediante videochiamata o chat;
  16. Ipotizziamo la somministrazione di quiz a risposte chiuse e di test a fini di verifica formativa e di feedback per gli allievi;
  17. Ipotizziamo appuntamenti in videochiamata con rappresentanti di classe o altri genitori richiedenti, in modo calendarizzato e con tempistica contingentata;
  18. Agli studenti con programmazione differenziata possono essere suggeriti tutoriali per i compiti più diversi; giochi e attività di ragionamento e simili; semplici attività di narrazione multimodali.
  19. Per gli alunni con programmazione differenziata e con disabilità complesse, dove lavorare a distanza sulla crescita negli apprendimenti può essere molto complicato, è comunque possibile lavorare sulla relazione. Quando la comunicazione verbale è molto difficoltosa, è possibile comunque utilizzare una comunicazione unidirezionale che va dall’insegnante all’allievo. A questo scopo è possibile produrre video-cartoline di saluto nella cui composizione si devono tenere presenti le caratteristiche personali dell’allievo (tempi di attenzione, interessi specifici). Se la comunicazione verbale è possibile, si consiglia di lavorare sugli aspetti relazionali utilizzando gli strumenti di videocomunicazione disponibili con tutte le applicazioni di messaggistica (whatsapp, viber, signal, telegram). A seconda delle caratteristiche degli allievi, è possibile modulare i contenuti della conversazione introducendo aspetti legati all’apprendimento. Gli obiettivi possono essere descrivere la propria giornata, un’immagine. Si deve considerare che per alcuni allievi saper mantenere una conversazione per 3 minuti durante una videochiamata può essere considerata una competenza socio-relazionale. Per attività di questo tipo, è fondamentale concordare e coordinare le attività con la famiglia;
  20. Gli insegnanti potranno organizzare anche appuntamenti periodici in sincrono per consentire agli studenti di esprimere dubbi o problemi relativi alle attività loro proposte, in particolare se di studio, o per confrontarsi sugli argomenti trattati e per raccogliere le loro idee e i suggerimenti su possibili approfondimenti da realizzare. Mantenere un costante dialogo sia sui temi scolastici sia sull’emergenza in corso e su quello che della loro quotidianità i ragazzi vorranno condividere, può consentire loro di affrontare anche collettivamente il disagio e di superare con più efficacia il disorientamento che la diversa condizione di vita di questo periodo produce;
  21. Più in generale, può essere utile anticipare la modalità della didattica a distanza con un contatto telefonico alle famiglie, in modo da colmare il senso del distacco che lo strumento digitale provoca e attenuare la sensazione di abbandono. Questi sono sentimenti ai quali i genitori degli alunni con sostegno e i ragazzi stessi sono particolarmente esposti, data la fragilità della loro condizione. È poi opportuno spiegare agli alunni la nuova modalità di lavoro, illustrando in modo chiaro e semplice lo strumento, che si utilizzerà, assegnando brevi consegne e stabilendo scadenze a breve termine, in modo da mantenere un contatto quotidiano e dare la sensazione di una guida passo dopo passo. La didattica a distanza, insomma, non può avvenire a scapito dell’aspetto relazionale.

Insegnanti di sostegno specializzati e specializzandi della secondaria di secondo grado – Piemonte

3 commenti a “L’insegnante di sostegno che riduce la distanza”
  1. Salve a tutti.
    Ho un dubbio riguardo la didattica a distanza e l’inclusione.
    A breve i miei colleghi disciplinari caricheranno in piattaforma (weschool) materiali di apprendimento (video, pdf, test); come potrò caricare a mia volta i materiali adattati, semplificati, a volte anche estremamente basici, per gli allievi disabili senza dover specificare esplicitamente che sono per loro?
    Finora, ho inviato sempre via mail ai genitori il materiale appositamente scelto e riadattato per le specifiche esigenze.
    Come impostare in piattaforma un canale per questi allievi all’interno degli spazi dedicati a ogni disciplina ?
    Devo continuare a utilizzare un canale diverso come la mail privata?

    1. Una risposta immediata ci è impossibile. Dobbiamo avere il tempo di dare uno sguardo o simulare la cosa su quella specifica piattaforma. In ogni caso, ti suggeriamo di continuare a usare la procedura che sai funzionare. Poni anche il problema all’helpdesk della piattaforma. La questione di questo tipo di riservatezza – per altro – è basilare per un’inclusione “dolce”.

  2. Ciao, posso risponderti riportando la mia esperienza, sono un’insegnante di sostegno alla primaria..noi utilizziamo la piattaforma Nvola dove è possibile allegare il lavoro didattico individualizzato e/o personalizzato nell’area personale dell’alunno ed è visibile solo al team docente della classe e ai tutori del bambino, ossia i genitori. Potresti fare anche tu in
    questo modo .. spero di esserti stata di aiuto 😉 Ciao

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