La profezia di Umberto Eco

Ci sono profezie che non si avverano mai e altre che, mentre si avverano, si prendono gioco di noi come nel Macbeth. Comunque non capita quasi mai nella vita di assistere alla genesi della profezia ed alla sua realizzazione.
E’ questo il caso dell’intervista “Nomenclatura e democrazia elettronica” rilasciata da Umberto Eco in occasione dello SMAU 1995.
Nel pensiero preveggente di Umberto Eco ci sono acuni punti che dodici anni fa non erano del tutto chiari ma che ora si sono delineati con forza:

  • Invece che alla minaccia di un unico Grande Fratello, previsto da George Orwell per gli anni Ottanta, la tecnologia telematica e l’interattività  hanno portato ad un’anarchia totale di milioni di piccoli fratelli.
  • Eco individua il problema per la democrazia nel passaggio da un utilizzo elitario dei mezzi telematici e interattivi a quello di massa, nella creazione di una nomenclatura di massa
  • Grazie all’anarchia di Internet il rischio di colonizzazione culturale è minore che per gli altri media

Nel passaggio più importante dell’intervista Umberto Eco afferma ” In effetti abbiamo a che fare con ciò che io chiamo una “nomenclatura” nel senso sovietico del termine, ovvero ad una classe privilegiata che sa dominare questi mezzi e ha dunque sapere, informazione, eccetera; quindi, con una classe mediamente alfabetizzata, che li domina solo in modo passivo, come l’impiegato delle compagnie aeree che usa il computer per avere i voli; e infine, con un enorme proletariato, che ne rimane escluso, che ha solo la televisione. Allora, il problema democratico è di riuscire ad arrivare ad una nomenclatura di massa.

Chi fa parte dellla “nomenclatura” è in grado di creare l’informazione e non solo di riceverla, mentre il “proletario” del terzo millennio è colui che è soltanto in grado di ricevere le informazioni confezionate da altri, che ha soltanto la “televisione”

Quando queste cose venivano scritte non esistevano i Blog, Splinder e neanche You Tube e tutti parlavano di New Economy; mentre oggi il web 2.0 non solo è realtà  ma, da una inchiesta promossa da Splinder, Swg, Università  di Trieste e Punto Informatico, risulta che l’84% degli intervistati si fida maggiormente dei blog a discapito della carta stampata (73%), delle pagine Web dei quotidiani (76%) e della Televisione (solo il 46%).

E i dati globali sui blog (la nomenclatura digitale di Eco) sono impressionanti: 76.000.000 blog, 120.000 nuovi blog ogni giorno con 1.4 milioni di post al giorno!

E noi? faremo crescere i nostri studenti “Nomenclatura” o “Proletari”?

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