I siti istituzionali a costo zero esistono davvero?

E’ iniziata il luglio scorso la convenzione tra l’Inail e la Consip per l’affidamento di servizi di sviluppo software, gestione dei siti web e di publishing redazionale dell’Inail. La gara, citando le dichiarazioni, “si inserisce compiutamente nell’ambito delle più moderne ed efficienti strategie di razionalizzazione e contenimento della spesa, di cui ai recenti provvedimenti sulla spending review”.

In particolare il primo lotto del bando ha per oggetto l’affidamento per 48 mesi dei servizi di sviluppo, migrazione, manutenzione dei siti web, supporto applicativo e specialistico. Il secondo lotto, della durata di 36 mesi, comprende i servizi redazionali per gli stessi siti.

Il il valore della commessa è stato però ampiamente criticato: per il lotto 1 è di 20.113.000 euro,  mentre la base d’asta massima per il lotto 2 è di 4.666.200 euro, al netto dell’iva. La gara è al ribasso, ma comunque la base di poco meno di 25 milioni di euro per la fornitura di quel tipo di servizi ad alcuni è apparsa assolutamente sproporzionata.

La cosa ci riguarda da vicino anche perché le scuole hanno più o meno gli stessi obblighi di legge per i siti istituzionali dei siti della P.A. dettati dal “Codice per l’Amministrazione Digitale” e dalle normative precedenti che esso ingloba.

Ecco alcune considerazioni in merito:

  1. se devi sviluppare applicazioni specifiche (e quindi pagare i programmatori) il ricorso al software open source così come richiesto dalla spending review non influisce sui costi.
  2. se devi rispettare pedissequamente le norme di legge sull’accessibilità, usabilità, affidabilità, sicurezza dei dati, continuità dei servizi web i costi di sviluppo lievitano mostruosamente perché non esistono applicazioni già pronte e riutilizzabili in grado di rispettare tutte queste regole tutte insieme.
  3. Le norme sull’accessibilità ed usabilità sono già obsolete ed ignorano l’ampia diffusione di tablet, smartphone e il nuovo standard web che è l’html5 obbligando a un doppio sviluppo del codice
  4. per mantenere un servizio operativo e un sito web efficiente ed aggiornato c’è bisogno di pagare le ore di lavoro della redazione (il secondo lotto da 4 milioni di euro). Il prezzo anche qui sembra caro ma, ad esempio, un giornale web come Il Fatto Quotidiano ha bisogno di circa 2,5 milioni di ricavi all’anno per andare in pari. bisogna quindi vedere la redazione quanto è grande e distribuita sul territorio.
  5. Non sempre Consip è in grado realmente di abbattere i costi mantenendo la qualità del servizio. Se rinunci alla qualità delle specifiche magari risparmi, ma se fai le cose su misura costa uguale o anche di più.

Tutto questo per dire che le cose fatte bene e al 100% a norma di legge si pagano e costano care. Varrebbe la pena verificare se queste normative sono tutte davvero indispensabili e se non siano la principale causa di questi costi così mostruosamente elevati.

E le scuole? Sono le cenerentole del sistema! A loro si chiedono siti web accessibli, portali istituzionali, albo pretorio, l’adesione al dominio .gov senza un euro di finanziamento. Rispetto ai grandi portali istituzionali la differenza sta solo nel numero degli utenti (alcune migliaia al posto di milioni) e quindi incide sull’infrastruttura server ma non nella qualità delle pagine e dei servizi che sono sempre da sviluppare con ore e ore di lavoro che non verranno mai rimborsate.

Webmaster delle scuole, ribellatevi! La prossima volta che vi chiedono di rispettare qualche nuova normativa o disposizione dite alla scuola di fare una gara su Consip 😉

2 commenti a “I siti istituzionali a costo zero esistono davvero?”
  1. Porte Aperte sul Web, Comunità di pratica per l’accessibilità dei siti scolastici – USR Lombardia sta facendo un ottimo lavoro in tal senso.
    Hanno appena reso disponibile un modello CSM gratuito e di facile utilizzo per la creazione di siti web per le scuole corredato di istruzioni in pdf e videotutorial. Consiglio vivamente di dare uno sguardo al lavoro fatto.
    Sono una rappresentante di una seconda elementare di una scuola statale di Torino, il cui sito internet è molto brutto. Da qualche giorno sto cercando di reperire sul web informazioni utili da consigliare alla dirigente scolastica, alla quale proporrò la mia collaborazione a titolo gratuito.

  2. è vero le scuole sul web fanno un ottimo lavoro, le associazioni pure e i docenti che ci lavorano si prodigano quasi sempre gratis.
    Però perché continuare così? Senza arrivare alle dimensioni dell?Inail i siti scolastici basati su CMS, se acquistati su CONSIP, costerebbero decine di migliaia di euro.
    Ecco un altro cms gratuito con tanto di server per le scuole: http://share.dschola.it

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