Efficacia dei sistemi di istruzione, nella classifica Ocse l’Italia resta a metà strada

Pubblicato su Sophia lunedì 14 luglio 2003

L’Italia spende il doppio della Corea del sud per l’istruzione, ma gli studenti italiani raggiungono risultati peggiori dei colleghi orientali. Ciò significa che se gli investimenti sono una condizione necessaria per garantire un’educazione di qualità, non sono comunque sufficienti da soli ad assicurare il successo di un sistema di istruzione. Parola dell’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che ha presentato il primo luglio a Londra il rapporto PISA 2003 sulla valutazione internazionale degli studenti.


L’indagine si intitola Literacy Skills for the World of Tomorrow ed ha coinvolto i quindicenni di 43 paesi, membri dell’Ocse e non. Il metodo PISA (Programme for international student assessment) permette di misurare l’efficacia dei sistemi educativi valutando le competenze degli studenti nella lettura e nelle materie umanistiche, in matematica e nelle discipline scientifiche. Obiettivo ultimo delle ricerche è capire se i giovani sono pronti a rispondere alle sfide del futuro, se sono in grado di analizzare, motivare e comunicare le loro idee efficacemente, se hanno la capacità di continuare ad apprendere per tutta la vita.

Il rapporto valuta la misura in cui gli studenti al termine del percorso di istruzione obbligatoria hanno acquisito alcune delle conoscenze e delle competenze ritenute essenziali per la loro piena partecipazione alla vita sociale. PISA raccoglie dati sulle performance degli studenti nella lettura e nelle capacità matematiche e scientifiche, misura il modo in cui i ragazzi sanno identificare e raggiungere i loro obiettivi didattici applicando strategie di apprendimento e riconoscendo le loro motivazioni, identifica i fattori che influenzano lo sviluppo delle conoscenze e delle capacità a casa e a scuola. Test e questionari sono stati somministrati a 4.500-10.000 studenti in ogni paese partecipante.

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