“Si è messo sul lato sbagliato della storia”: il comunicato del G7 sui recenti avvenimenti bellici in Europa offre lo spunto per una riflessione sulla storia che studiamo a scuola.
La storia, quella sui libri di testo, racconta volentieri vicende di questo tipo: imperi che si espandono, che collassano, regni tagliati fuori dalla ricchezza che se ne appropriano, imperatori accerchiati che attaccano, violenze, guerre, onori bellici e stragi. Il numero di pagine del libro è direttamente proporzionale alle conquiste o alle malefatte: non esiste un lato sbagliato.
Il testo fondante della cultura greca, l’Iliade, si occupa di guerra; a Sparta i giovani seguivano una educazione prevalentemente fisica e militare; ad Atene – al posto dell’università – si faceva la scuola militare. La nostra cultura arriva da lì: i grandi condottieri e i grandi conquistatori vengono studiati con onore e rispetto ed erano senza dubbio i migliori, i più forti, i più abili: chi vince tutto riceve l’appellativo di “magno” e i popoli sottomessi sono soltanto dei barbari. Questa è la scuola del bullismo!
Quindi l’evoluzione della civiltà è davvero frutto solo di avidi guerrafondai e predatori assassini? o piuttosto di ingegnose invenzioni, di nuove tecnologie, di infrastrutture, nuove medicine, nuove scoperte che hanno migliorato il mondo?
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